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Piano di miglioramento

Premessa

Il Piano di Miglioramento (sinteticamente PdM) è un documento all’interno del quale ogni scuola ha inserito, a partire dall’anno scolastico 2015/2016, quali iniziative avrebbe intrapreso per “migliorare”, appunto, la propria offerta formativa, in termini quantitativi e, soprattutto, qualitativi. Per arrivare a determinare su quali aspetti intervenire, dove fosse il caso di ampliare la proposta formativa, dove invece modificarla, correggerla, oppure ancora introdurre metodologie e strategie nuove, è stato prima necessario interrogarsi su quali fossero le aree nelle quali il nostro Istituto presentava le maggiori criticità.

Per questo è necessario allora fare un ulteriore passo indietro, all’anno scolastico ancora precedente, il 2014/2015, quando tutte le scuole del territorio nazionale sono state “censite”, attraverso uno strumento di consultazione che ha indagato tutti gli aspetti che concorrono a delineare una specie di “carta d’identità” di ogni singolo Istituto.

Questo strumento è stato il Rapporto di Autovalutazione (sinteticamente RAV), che, limitandosi a riportare l’essenziale, si basa

- su informazioni di contesto oggettive (dove si trova la scuola, come è articolata, da quanti plessi è formata, in quale contesto socio-culturale è calata, ad esempio);  

- sull’evidenza dei risultati degli alunni, ricavate dagli esiti ottenuti nelle prove nazionali relative all’anno scolastico immediatamente precedente (le altrimenti note “prove Invalsi”, che vengono somministrate nelle classi II e V primaria, come prova d’esame nella classe III della secondaria di 1° grado), ma anche dalle medie voto con le quali vengono licenziati dalla scuola secondaria di 1° grado gli alunni destinati a continuare il loro percorso di studi al di fuori del nostro I.C;

- sulle caratteristiche del Piano dell’Offerta Formativa (sinteticamente POF), che comprende tutte le attività curricolari ed extracurricolari, gli assi progettuali, gli interventi di recupero, di potenziamento, di integrazione e di inclusione indirizzati agli alunni, tenendo conto delle diverse specificità;

- sulle azioni dedicate alla continuità tra plessi e all’orientamento in uscita;

- su indicazioni soggettive, inerenti alla funzionalità dell’Istituto, ricavate da questionari somministrati alla totalità del corpo docente e, a campione, all’utenza.

L’elaborazione del RAV, che ha richiesto adeguati tempi di riflessione e il coinvolgimento e la condivisione del Collegio dei Docenti,  ha pertanto evidenziato, all’atto della sua pubblicazione, avvenuta in data 28 settembre 2015, quali fossero gli aspetti che l’Istituto ha ritenuto di dover migliorare, attivando una serie di azioni propedeutiche al raggiungimento di questi obiettivi.

Contemporaneamente, come logica conseguenza di questo processo di autovalutazione e, successivamente, di miglioramento, il Ministero dell’Istruzione ha chiesto a scuole e istituti di predisporre un Piano dell’Offerta Formativa che non fosse più solamente annuale, ma che si inserisse in uno scenario più ampio, costruito su movimenti di crescita graduali, che permettesse alle singole istituzioni scolastiche di poter programmare sulla lunga distanza quali azioni intraprendere per avvicinarsi o raggiungere gli obiettivi di miglioramento che si sono prefissate, esplicitandole nel RAV.

Nasce così il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (sinteticamente PTOF), che entra quest’anno scolastico nel suo secondo anno di esistenza.

Perché non si abbia la sensazione che tra tante sigle si nascondano inutili complicazioni, va quindi sottolineato come il nostro Istituto, dopo essersi interrogato sulle proprie specificità, punti di forza e debolezza con il Rapporto di Autovalutazione (RAV), abbia predisposto un Piano di Miglioramento (PDM) che deve orientare il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), a sua volta annualmente declinato nella progettualità indicata dal Piano dell’Offerta Formativa (POF), in modo tale da privilegiare, in sede di scelte progettuali, metodologiche, didattiche, quelle che mirino al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento indicati come prioritari, appunto, nel RAV.

A questo proposito, giova ricordare alcuni punti dell’Atto di Indirizzo con cui il MIUR ha individuato le priorità politiche per l’anno 2017. Tra queste priorità, che riguardano il mondo della scuola nella sua totalità (dalla stabilizzazione del precariato all’edilizia scolastica; dalla prevenzione della corruzione all’obbligo di trasparenza), almeno 3 punti chiamano direttamente in causa la formazione del personale docente e l’introduzione di nuove metodologie, con un utilizzo più esteso, sebben ragionato e calato nelle singole realtà e relazionato con le effettive possibilità, del digitale.

In questo Atto di Indirizzo si chiede appunto di:

- incentivare, anche con l’ausilio di nuove tecnologie, culture e prassi inclusive finalizzate al successo formativo di tutti gli alunni e studenti con particolare attenzione a quelli con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento e in situazioni di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale

- integrare gli alunni stranieri e sostenere le classi multiculturali

- ridurre il fenomeno della dispersione scolastica

- attivare azioni rivolte al benessere, ai corretti stili di vita e alla buona convivenza degli studenti e alla prevenzione del disagio giovanile (con riferimento a problemi sociali quali il bullismo, il cyberbullismo, l’assunzione di droghe e alcolici, il tabagismo, il difficile riconoscimento della parità  di genere)

- sostenere in modo sistematico la flessibilità scolastica curricolare, attraverso formati e modelli didattici innovativi e aperti

- realizzare il collegamento tra l’acquisizione delle competenze di cittadinanza al concetto di cittadinanza globale

- proseguire nell’attuazione del processo di innovazione tecnologica del sistema nazionale di istruzione, in coerenza con i princìpi del Piano Nazionale per la Scuola Digitale

 Prima di arrivare al Piano di Miglioramento, quindi, si ricordano quali fossero le priorità che il RAV 2014-15 aveva ravvisato, facendo osservare come queste in larga parte coincidano con i punti appena riportati dell’Atto di Indirizzo ministeriale. Negli obiettivi di processo che il PDM descrive, così come nelle varie attività che vengono indicate nel PTOF, la concordanza tra quanto richiesto e le risorse e azioni che il nostro Istituto sta attivando risulterà poi ancora più evidente.

  1. P1 Migliorare i voti in uscita dal triennio di secondaria di 1° grado degli alunni, aumentando soprattutto le valutazioni più basse

  2. P2 Migliorare gli esiti delle prove Invalsi, uniformando i risultati tra classi e ordini di scuola, rientrando nelle medie di riferimento territoriali con tutte le classi dell’istituto e in entrambe le discipline (italiano e matematica) interessate

  3. P3 Definire indicatori certi e condivisi per la valutazione per competenze in tutti gli ordini di scuola, al fine di arrivare a una valutazione per competenze sempre più attendibile e consapevole.

Nell’ottica quindi di una programmazione triennale, declinata poi nel POF in singole annualità, la scuola ha fissato dei traguardi che intende raggiungere, che sono i seguenti, riveduti e ampliati rispetto a quanto indicato nel PDM elaborato nell’A.S. 2015/16